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Qui di seguito potete trovare un breve estratto che prosegue nel link sottostante! Buona lettura!

P.S: Per l’acquisto troverete tutti i link nella sezione dedicata al libro nel portfolio (vi metto il link qui di seguito https://www.ilariapetri.eu/portfolio/utopia-segreti-aurora-higgins-traduzione-babelcube/)

Utopia – I Segreti Di Aurora – Estratto del libro
Capitolo Uno

Lo schermo del tablet in stand-by davanti a me passò da un’immagine della Terra ad una schermata blu quando apparve un messaggio in bianco su di esso. “Storia della Terra Lezione completa. Goditi la serata Utopista.”

Stropicciandomi gli occhi, sbattei le palpebre un paio di volte prima di guardarmi attorno nel corridoio di scuola. Tutti i cinquecento studenti che erano seduti nell’enorme stanza si stirarono e si lamentarono all’unisono e così il silenzio si trasformò in un forte mormorio di voci e strascicamento di piedi. I rumori echeggiarono fuori dalle mura metalliche dell’ingresso e dagli alti soffitti rivestiti da travi, anch’esse metalliche, e luci fluorescenti.

Dopo essermi alzata dal mio posto per terra, feci scivolare il tablet nella mia borsa a tracolla. Riprendendo la mia sedia e il tavolo per il tablet, li aggiunsi alla crescente pila di fianco all’edificio insieme agli altri studenti. Il dolore mi colpì alla spalla quando Jessica, una studentessa più giovane dai capelli lunghi e castani, era stata spinta contro di me.

«Scusa», disse, allontanandosi da me.

«È tutto a posto», risposi, guardandola mentre aggiungeva la sua sedia alla pila.

Il dolore mi fece pulsare la spalla per qualche istante, poi svanì. Mi avevano dato una spinta e avevo fatto gli esami del sangue poco prima, quel giorno, fui sorpresa nello scoprire che ancora mi facesse male. L’Elite ci diceva che i test erano per verificare che fossimo in forma e sani, e la puntura che avevo fatto mi assicurava di non poter rimanere incinta. Non che ci fosse qualche possibilità che ciò accadesse. Ero tutt’altro che popolare, ma in parte era colpa mia. Ero strana e preferivo passare il mio tempo da sola da quando avevo perso mio padre. La maggior parte dei bambini cercava di evitarmi, e gli unici che mi parlavano volevano solo saperne di più sul mio migliore amico Fletcher.

Fletcher era ciò che i miei coetanei chiamavano “apprezzato” o “preferito”. Alla gente lui piaceva. Ma poteva anche aver a che fare con il fatto che suo padre era il leader dell’Elite Utopica, David Saxby.

Il signor Saxby era stato un buon amico di mio padre prima chequest’ultimo morisse in un tragico incidente sul lavoro quando avevo dodici anni. Ciò voleva dire che io e Fletcher siamo praticamente cresciuti insieme. Fortunatamente per noi, l’Elite aveva premeditato di costruire le città galleggianti quando gli elementi terrestri avevano iniziato ad impazzire. Papà mi raccontava storie sugli incendi che devastarono la boscaglia e le case, mentre i terremoti spaccavano i terreni. Disse che dopo seguirono i cicloni e le piogge torrenziali, inondando quel che rimaneva delle città e delle case terrestri. L’Elite era composta da quattro famiglie australiane guidate dai più alti imprenditori del paese. Gestiva aziende nei settori dell’ingegneria, dell’agricoltura, delle miniere e della scienza, ed è così che mio padre incontrò il signor Saxby. Sulla Terra mio padre era uno scienziato per l’esercito.

Papà aveva detto che quando i disastri naturali cominciarono a tormentare il mondo, la sua squadra aveva proposto al governo di costruire delle città galleggianti come rifugio per i terrestri, su nel cielo e fuori dalla portata del caos. I governi del mondo risero di loro, credendo che l’impresa fosse impossibile. Nonostante i dubbi del governo, le quattro famiglie dell’Elite si unirono per costruire le quattro città galleggianti; Utopia, Eden, Arcadia ed Elysium. Se non fosse stato per loro, la razza umana si sarebbe estinta.

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